“I genitori possono solo dare buoni consigli o metterli sulla giusta strada, ma la formazione finale del carattere di una persona giace nelle sue stesse mani” (Anna Frank)
È colpa mia?
Se sei genitore, hai a cuore i tuoi figli e la loro crescita; sei la mamma o il papà che cerca di fare del suo meglio per proteggerli, aiutarli, educarli e fare di loro degli uomini o delle donne.
Tuttavia, concorderai con me, il percorso non è affatto facile!
Spesso è disseminato di ostacoli e problemi da superare che portano a chiederti se e in che modo sia tua la colpa rispetto a un comportamento o a un obiettivo non raggiunto di tuo figlio.
È giusto parlare di colpa?
Come genitori, siete essere umani e come tali non siete perfetti: sbagliate, facendo del vostro meglio o ciò che ritenete più opportuno in veste di genitori, scontrandovi con la personalità unica e irripetibile di vostro figlio.
Se voi siete stati e siete il primo modello di relazioni con cui si è confrontato, non siete di certo l’ultimo: il gruppo dei pari, la scuola, il lavoro … saranno ulteriori modelli relazionali per lui che sfuggono per certi versi al vostro controllo.
Il lockdown ha modificato il contesto “famiglia”
Durante i mesi di chiusura ed oggi, nella altalenante cambio di orari e giorni di chiusura, avete dovuto gestire la riorganizzazione familiare, con un impegno superiore al normale e con stravolgimenti improvvisi dello stile di vita.
Nel frattempo, i bambini e gli adolescenti fanno i conti con la rabbia e la frustrazione causate dal non potersi godere momenti prima quotidiani.
Non esiste il manuale del bravo genitore, né tantomeno potete aspettarvi di esserlo sempre.
Ripeto, siete degli esseri umani che fanno del loro meglio ma non potete pretendere da voi l’infallibilità o la perfezione.
Tuttavia se sbagliare è umano, insistere con alcuni comportamenti, in alcuni casi, potrebbe essere dannoso per il rapporto con vostro figlio e immagino che ve ne siate resi conto.
Se non sapete più dove sbattere la testa e vi rendete conto di aver bisogno di un confronto questi consigli potrebbero fare al caso vostro.
Come migliorare la comunicazione tra voi e vostro figlio?
Comunicazione paradossale
Spesso non ci si rende conto di usare delle parole non funzionali con un figlio. Vi sarà capitato di trovarvi in una conversazione di questo tipo: “Dovresti farlo perché ti va, non perché te lo chiedo io” “Dovresti voler uscire con tuo padre” “Devi studiare non per me, ma per te” “Non devi essere triste, in fondo sei fortunato”. Questi modi di dire, potrebbero far sentire vostro figlio non accolto del tutto nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni, facendolo sentire inadeguato.
Una soluzione potrebbe essere quella di evitare di di inferire stati d’animo ed emozioni dei propri figli, invitandoli piuttosto a compiere delle azioni: “esci con tuo padre”, “studia” “vai in camera tua” e così via.
La profezia che si auto avvera
Un’altra modalità che potrebbe non funzionare con i vostri figli è quello di pensare che stiano vivendo un certo tipo di emozione e invece non è vero. Scommetto che vi sarà capitato tante volte di dire: “Come mai sei arrabbiato?” “Sei sicuro che va tutto bene?” “Sei molto triste oggi, eh?” e subito dopo essere vittime di una reazione sconsiderata da parte di vostro figlio.
Se è così, è probabile che lui non provi quello che voi state affermando, ma poiché insistete un pò più del solito, alla fine reagirà proprio con l’emozione che voi stessi andate cercando.
Per evitare litigi, potete fare un esperimento: la prossima volta, anziché ipotizzare un’emozione, provate semplicemente a chiedere: “Mi sembri stanco. È vero?”, “Hai l’aria triste, dico bene?”, “Ho l’impressione che tu sei arrabbiato. È così?”.
La comunicazione squalificante
Lo so che siete molto amorevoli con vostro figlio e dovete esserlo. Prestate solo un pò di attenzione a non sostituirvi a lui, all’essere troppo disponibili nell’accogliere le sue richieste d’aiuto, dicendogli: “Lascia, ci pensiamo noi”.
Vi invito solo a riflettere che ogni volta che cedete alla sua richiesta di aiuto, magari nel fare i compiti o nel superare un problema, da un lato s’intende che siete dei genitori che volete bene a vostro figlio, dall’altro il messaggio che lui riceve è che da solo non è in grado di fare le cose.
Potreste provare a fare un esperimento, per insegnargli a renderlo più autonomo, in modo che vada incontro ai problemi da solo, superandoli con le proprie forze.
Quale?
Crea ogni giorno in tuo figlio una piccola sfida, ponendo per lo più domande che lo invitino a riflettere e lo stimolino rispetto alle sue capacità. Lascia che sia lui o lei ad avere il ruolo principale nel superamento del problema, dicendogli: “Come puoi risolvere questa cosa? “E tu che ne pensi?” “Provaci, poi lo controlliamo insieme”.
La comunicazione litigiosa
Spesso vi troverete ad affrontare litigi per le regole imposte o per ciò che è giusto o sbagliato fare. Non tutti i figli sono pronti ad accettare aprioristicamente il volere dei genitori, soprattutto quando cominciano a crescere.
Per evitare di essere sommersi dai litigi e al contempo non perdere la vostra autorevolezza, potreste pensare di sperimentare un nuovo modo per proporre eventuali cambi di regole o per inserire un nuovo comportamento nel vostro contesto familiare: esaminate insieme a vostro figlio le alternative a un problema o invitatelo a ragionare su modalità già sperimentate che potrebbero essergli utili.
Se avete bisogno di un supporto in più…
In alcuni casi, può essere opportuno lavorare sulla famiglia e sulla relazione con vostro figlio con percorsi che siano brevi e mirati a trovare una soluzione adeguata per voi.
Il lavoro di équipe vi permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri e figure simili che ritaglieranno un percorso di riabilitazione su misura poiché non esiste infatti un abito che veste uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo
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Bibliografia:
Scarlaccini, F., Cannistrà, F. (2017) Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Libri Tasca.
Nardone, G. e l’èquipe del centro di terapia strategica (2012). Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita. Ponte delle grazie.