Quanto si annoiano i vostri figli? Quante volte vi dicono: “Non so che fare”, oppure quante volte iniziano mille attività diverse, una dopo l’altra, senza riuscire a divertirsi?
A volte sembra che vogliono tutto, ma che non sono interessati a nulla, come quei clienti che entrano in negozio per dare solo un’occhiata.
La verità è che si è persa un’abitudine importante: quella di essere curiosi.
A cosa serve cercare il significato di una parola o la risposta ad una domanda? Tanto me lo dice Google, oppure, per i più pigri, lo dice direttamente l’assistente vocale.
E’ vero, è comodo cercare su Google, ma c’è una bella differenza tra cercare e scoprire. Un sapere superficiale porta ad una conoscenza superficiale.
D’altronde non è un caso che la curiosità sia l’argilla con cui si è formata tutta la conoscenza.
Ma a cosa serve la curiosità?
La curiosità è un istinto che nasce dal desiderio di sapere qualcosa.
Un tempo la si riteneva un comportamento negativo perché fonte di molti guai, ad esempio l’Eden si perde per la curiosità di Eva, oppure Psiche perde Cupido per la curiosità di guardarlo in viso. I curiosi che si impicciano negli affari degli altri senza motivo sono considerati come un elemento di disturbo nella nostra società.
E invece la curiosità potenzia l’apprendimento.
Si può insegnare a uno studente una lezione al giorno, ma se gli si insegna la curiosità, egli continuerà il suo processo di apprendimento finché vive.
Infatti i bambini curiosi spesso trascorrono molto tempo a guardarsi intorno, esplorare la natura, fare domande e leggere libri, acquisendo varie conoscenze, in quanto percepiscono un divario tra ciò che sanno e ciò che vorrebbero sapere.
La curiosità non solo arricchisce, ma dissipa anche ogni dubbio ed ogni timore, infatti come diceva James Stephens, la curiosità può vincere la paura ancora più di quanto possa fare il coraggio.
Come si può rendere il proprio figlio più curioso?
La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere, diceva Plutarco. Ecco perciò alcuni pratici consigli per allestire un fecondo falò di curiosità:
1. Premiare la curiosità.
Spesso si tende a premiare i propri figli per aver fatto qualcosa di positivo o per un buon voto, ma a volte è più importante notare e rafforzare la curiosità quando la si vede in azione, rinforzando per esempio quando il proprio figlio pone domande.
2. Diffondere la curiosità.
La curiosità è contagiosa: mostrarsi curiosi di ciò che non si conosce, approfondire ciò che già si conosce o fare attività in nome della curiosità sono delle ottime attività da condividere con il proprio figlio. Sfogliare insieme un libro, cercare nuove parole, visitare dei luoghi nuovi facendosi raccontare la storia di quel posto…
3. Insegnare l’arte dello scetticismo.
Il termine scettico deriva dal greco skeptikos che significa “osservare, esaminare”. Una persona scettica richiede ulteriori prove prima di accettare affermazioni di qualcuno come vere. È disposto a sfidare lo status quo con mentalità aperta e attraverso una sana discussione. Invitare il proprio figlio ad andare oltre ai primi risultati di Google, a cercare oltre, a cercare le fonti del sapere, a confrontare, a verificare, a discriminare…
Sin da neonati si sceglie di reprimere la curiosità a fin di bene, infatti si proteggono i bambini piccoli, che sono curiosissimi, dall’esplorare l’ambiente circostante, nel quale potrebbero incorrere in pericoli senza rendersene nemmeno conto. Eppure più grande è l’isola della conoscenza, più è lungo il litorale della meraviglia. In milioni hanno visto la mela cadere, ma Newton è stato quello che si è chiesto perché e da quel giorno nulla fu più come prima. A volte un pizzico di curiosità puoi cambiare la storia, propria e di chi ci circonda.
Se vuoi approfondire la nostra conoscenza o comprendere insieme quali strategie per migliorare la relazione con i figli, chiamaci.
Ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri e altre figure specialistiche che ritaglieranno un percorso su misura per tuo figlio; non esiste infatti un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo.
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Ti aspettiamo a Monterotondo (RM) in Via San Martino, 21.
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dott. Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo