Dopo due anni di pandemia per iniziare al meglio questo 2022 il mondo si trova a fare i conti con la guerra.
In quest’occasione una guerra molto vicina a noi, anche se mi va di ricordare che nel frattempo non è che non ci siano conflitti altrettanto disastrosi sul nostro amato (forse nemmeno tanto) pianeta terra!
Il fatto dell’essere in questo caso più fisicamente vicini alimenta ansie, angosce e preoccupazioni.
Da giorni la comunicazione, da tutti (e su tutti) i canali possibili, è orientata a parlare, per molto tempo, del conflitto in corso.
Volenti o nolenti i bambini e i ragazzi si trovano a ricevere, sentire, ascoltare, trattare informazioni inerenti il Tema “Guerra”.
Molti genitori si interrogano su dire o non dire e sopratutto se dire “COME” farlo nel migliore dei modi.
Da sempre ritengo sia giusto dire la vita ai bambini, anche quelle verità che riguardano notizie scomode, delicate o drammatiche (guerra, separazioni, lutti, etc.).
Una verità che non vuol dire mettere i bambini di fronte a video o immagini 24 ore al giorno, ma una verità che passi attraverso il confronto e il dialogo proteggendoli da un’informazione che spesso rischia di diventare “infodemia”.
Rispetto al come parlare di guerra ai bambini credo sia In prima battuta opportuno rispondere ai loro dubbi. Quindi spazio alle domande indirizzando la comunicazione a favorire processi di conoscenza e comprensione, evitando che la loro comprensione della questione passi solo attraverso l’acquisizione di notizie social o tv o dal sentito dire da adulti o compagni di gioco o scuola.
Offrite ai vostri figli uno spazio di condivisione dove analizzare le informazioni apprese, lasciando, come anticipato, molto spazio alle domande.
Accompagnateli nella scoperta della storia e della politica che governa i paesi in conflitto, potete aiutarvi/aiutarli con l’ausilio di libri scritti ad hoc per parlare loro di temi cosi “pesanti”.
Altro consiglio pratico, che potete utilizzare con i bambini un pò più grandi, è fare scrivere le loro impressioni su cosa sia la guerra, in cui possano raccontare emozioni, idee e paure.
Partendo dal presupposto che il modello modella, anche le modalità con cui gli adulti in casa affronteranno il tema della guerra influenzerà la percezione dei bambini, facilitando risposte passive, aggressive o propositive.
In virtù di questo oltre a parlare del tema potrete mettere in evidenza come, in un momento drammatico come questo, esistano persone che si stanno dedicando al sostegno e supporto delle persone che stanno vivendo in prima linea il conflitto, condividendo con i più piccoli le esperienze di molte persone ed organizzazioni che quotidianamente si adoperano per supportare ed aiutare in modo concreto le “vittime” di quest’immane tragedia.
Se vuoi approfondire la nostra conoscenza o comprendere insieme quali strategie per migliorare la comunicazione con i tuoi figli, chiamaci.
Ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri, terapisti della neuro psicomotricità, terapisti occupazionali e altre figure specialistiche che pianificheranno un percorso su misura per tuo figlio; non esiste infatti un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo.
Contattaci per un primo colloquio gratuito e senza impegno!
Ti aspettiamo a Monterotondo (RM) in Via San Martino, 21.
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Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo