Oggi parliamo di Tristezza.
Senza addentraci nel tema e termine “Depressione“, male oscuro del secolo, con un incidenza, che solo in Italia (in pre pandemia) superava il 17%, voglio condividere con voi i modi in cui i bambini possono esprimere il loro sentirsi tristi.
A differenza degli adulti, che meglio riescono a comprendere e dichiarare le proprie emozioni, i bambini non sempre comprendono (o riescono a comunicare) quello che gli sta capitando.
Gli ADULTI dovrebbero stare attenti ad alcuni segnali che potrebbero far comprendere cosa stia passando nella testa dei bambini.
La tristezza, rispetto alle altre emozioni, è spesso difficile da identificare nei piccoli.
Si può presentare come reazione a qualche evento chiaro e definito, ma non sempre è reattiva a qualcosa e le sue manifestazioni potrebbero non essere subito correlate a questo tipo di emozione.
Le manifestazioni di tristezza nel bambino sono (o potrebbero essere) variegate:
- irritabilità;
- lamentele e capricci;
- insoddisfazione per attività prima considerate piacevoli;
- alterazione della sensazione di fame;
- poca soddisfazione dalle attività ludiche;
- poca propensione all’interazione con i pari;
- difficoltà di concentrazione;
- alterazioni del sonno: insonnia o ipersonnia.
Ma una volta riconosciuta in un figlio o in una figlia questa situazione, cosa fare per aiutarlo/a?
Partendo dalla considerazione che non esiste un manuale di istruzioni ma ci sono alcune strategie che possono renderci più vicini ai nostri figli, aiutandoli a comprendere e condividere le sensazioni che stanno provando.
Quindi come adulti (lasciando da parte i sensi di colpa) proviamo a porre attenzione a nostro figlio accogliendo la sua sofferenza, aprendo un dialogo su questa emozione, sostenendolo e, se riscontriamo delle difficoltà ad aprirsi con noi (in quanto genitori, proviamo a coinvolgere un esperto che possa sostenerlo.
Fondamentale è continuare a coinvolgerlo nel gioco e in tutte quelle azioni che rivestono un carattere di piacevolezza, favorendo il mantenimento dei contesti sociali, dell’attività sportiva e delle cose piacevoli alle quali era solito dedicarsi e che magari vanno via via diminuendo rischiando di farlo cadere nella trappola dell’isolamento.
Se vuoi approfondire la nostra conoscenza o comprendere insieme quali strategie per migliorare la relazione con i figli, chiamaci.
Ricordati che il lavoro di équipe del nostro centro ti permette di contare su professionisti differenti, come logopedisti, psicologi, neuropsichiatri, terapisti occupazionali e altre figure specialistiche che pianificheranno un percorso su misura per tuo figlio; non esiste infatti un abito che vesta uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo.
Contattaci per un primo colloquio gratuito e senza impegno!
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Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo