Lascia che si arrabbi e imparerà a controllare la rabbia.
Reprimilo e ne diventerà servitore”
“Non ne posso più”
“Se urli ancora ti metto in punizione”
“Ne ho abbastanza delle tue crisi isteriche. Devi stare calmo”
Sì, vostro figlio urla, strepita e si arrabbia ed è sempre più complicato farlo smettere.
Gli volete bene ma siete stanchi ed esauriti di combattere con una rabbia che non sapete gestire e che sembra non voler passare.
Avete paura che possa peggiorare e state cercando di capire quale sia la strategia migliore per aiutarlo.
Una “sana” aggressività!
Prima di tutto chiariamo che quando dite che vostro figlio è aggressivo, vi riferite a una serie di comportamenti intenzionati a colpire verbalmente o fisicamente un oggetto esterno.
Avrete notato che per lo più le sue aggressioni sono fisiche durante i 2/3 anni, mentre crescendo e imparando a parlare, sono diventate per la maggior parte verbali.
L’aggressività è uno degli aspetti fondamentali nella vita psichica di vostro figlio e non sempre si tratta di un problema vero e proprio.
In qualsiasi scuola è infatti possibile osservare bambini, soprattutto i maschietti, che se le danno di santa ragione, con pizzichi, morsi e calci.
Più o meno fino ai 5 anni è normale che un bambino sperimenti l’aggressività: sta testando l’altro, mettendolo alla prova ed evitando di cedere subito alle richieste che gli vengono fatte.
È una tappa fondamentale dell’età evolutiva che in alcuni casi può ovviamente trasformarsi in un problema. Tuttavia, anche se il processo è normale, ciò non significa che non dovete intervenire per contenere e incanalare correttamente tutta questa rabbia.
Stop all’aggressività!
Come potete fare per contenere e migliorare la rabbia senza ricorrere a punizioni, minacce o ultimatum?
- Premiare e incoraggiare: non sempre le punizioni sono funzionali; possono al contrario rinforzare e aumentare la rabbia del vostro bimbo. Al contrario premiare il comportamento adeguato può incoraggiarlo a ripeterlo nel tempo.
- Intervenire ogni volta come se fosse la prima: se di fronte ad ogni episodio, vi comportate come se fosse la prima volta, romperete uno schema abitudinario di risposta. Facciamo un esempio: il bambino solitamente a tavola fa storie e il momento della cena diventa una battaglia perché non vuole mangiare. Intervenire come se fosse la prima volta, significa osservare il comportamento di vostro figlio senza intervenire, affermando: “Ah, oggi non hai fame. Capita!” Di fronte a un nuovo comportamento, vostro figlio potrebbe dare nuove risposte.
- Creare una prospettiva positiva: la solita ramanzina non funziona ed è tempo di cambiare strategia: immaginate di comportarvi come se foste in uno scenario al di là del problema. Facciamo un esempio: ci sono alcuni genitori che sfruttano il momento prima di andare a dormire per fare il punto della situazione con i propri figli “Vedi che quando vuoi andiamo d’accordo? Perchè allora ti diverti a litigare tutto il giorno?” Questa parole esprimono una polemica e non sono funzionali per la gestione della rabbia. Dire invece “Vedrai che le cose si risolveranno. Sei diventato proprio un ometto” è una formula magica, priva di rimproveri che crea intimità, senza parlare del problema.
- Evitare ogni tentativo di convincimento: a volte convincere vostro figlio razionalmente per fare in modo che si comporti in un certo modo non funziona. Dire: “non arrabbiarti”, “sii più responsabile”, “ smetti di piangere” non sortisce effetto alcuno. Puoi decidere invece di riconoscere e legittimare lo stato d’animo di vostro figlio in quel momento, anziché tentare a tutti i costi di modificarlo; ad esempio: “capisco che ti dispiace, ma le cose stanno così”, “lo so che non vuoi fare i compiti e che è noioso, però devi farli”, “capisco bene il motivo per cui sei arrabbiato, hai ragione ad esserlo, ma questa cosa non si può fare”. In questo modo potreste notare degli effetti positivi: vostro figlio si sente legittimato per ciò che prova e che può gestirla in modo diverso dal solito.
- Fai le stesse cose sempre: evitate di cambiare sempre strategia o di adottarne due completamente differenti di fronti alla rabbia di vostro figlio. Questo genera confusione e lui non saprà cosa aspettarsi ogni volta. Siate costanti e sempre uguali nel reagire e nelle conseguenze che seguiranno a un suo comportamento, così che sappia a cosa va incontro ogni volta.
Come gestire l’aggressività?
Anche per la rabbia, la tempestività è miracolosa.
In alcuni casi, può essere opportuno rinforzare l’empatia, le abilità sociali e l’autostima di vostro figlio con percorsi che siano brevi e mirati a trovare una soluzione.
Il lavoro di équipe del centro APIS ti permette di contare su professionisti differenti, che costruiranno un percorso su misura per il tuo bambino in base alla difficoltà che presenta; non esiste infatti un abito che veste uguale per tutti, ma bisogna personalizzarlo.
È bene quindi iniziare un percorso che gli permetta così di affrontare con gli strumenti giusti l’età evolutiva e poi quella adulta.
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dott. Federico Piccirilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Direttore del Centro APIS – Servizi di Riabilitazione dell’età Evolutiva Monterotondo
Bibliografia
Scarlaccini, F., Cannistrà, F. (2017) . Aiutami a diventare grande. Guida strategica per i problemi di comportamento di bambini e ragazzi. Libri Tasca
Bourcier., S. (2019). Capricci, crisi di collera, aggressività. Come affrontare le situazioni difficili e aiutare il bambino a vivere meglio. Red Edizioni.
Nardone, G. (2013). Psicotrappole: ovvero le sofferenze che ci costruiamo da soli: imparare a riconoscerle e a combatterle, Ponte alle Grazie.
Sitografia